Il verdetto contro il “giudice mascherina” Christian Dettmar (nella foto sopra) riguardava essenzialmente il suo rifiuto di accettare un parere dettato da “fonti ufficiali”. In definitiva, l’obiettivo è quello di sviare l’accusa che la magistratura ha sistematicamente fallito durante la crisi del Cronoavirus.
L’8 aprile 2021, il giudice del tribunale della famiglia di Weimar, Christian Dettmar, aveva vietato a due scuole di imporre l’obbligo di indossare mascherine, di mantenere il distanziamento minimo e di partecipare ai test rapidi anticovid. Successivamente, la procura di Erfurt ha avviato un’indagine nei suoi confronti per sospetto di intralcio alla giustizia, con perquisizioni nel suo ufficio e nella sua residenza privata. Il 23 agosto 2023, il Tribunale regionale di Erfurt ha condannato Dettmar a una pena detentiva sospesa di due anni per intralcio alla giustizia. Il 20 novembre 2024, il secondo Senato della Corte federale di giustizia ha confermato la sentenza in appello. Secondo il ragionamento della Corte federale di giustizia, elementi come l’intenzione o meno dell’imputato di prevenire un pericolo per il benessere dei bambini, l’efficacia o meno dell’obbligo della mascherina nelle scuole, il fatto che abbia o meno messo in pericolo il benessere dei bambini, la proporzionalità o l’incostituzionalità del provvedimento, dovrebbero essere irrilevanti per la questione della violazione elementare della legge. Matthias Guericke commenta la motivazione scritta del verdetto, ora disponibile.

Il 20 novembre 2024, a Karlsruhe, è stata annunciata e motivata oralmente la sentenza d’appello del 2° Senato penale nel procedimento penale contro il giudice Christian Dettmar (caso n. 2 StR 54/24). Un breve commento preliminare è già apparso su questo sito (Achgut reported). Dal 7 febbraio è disponibile la motivazione scritta del verdetto, che rende ora possibile una critica completa della sentenza. Per anticipare il risultato: La motivazione del verdetto deve lasciare senza parole ogni avvocato, indipendentemente dalla sua posizione sulle misure relative al Coronavirus. Solo infrangendo una regola fondamentale dell’argomentazione razionale il Senato arriva a respingere il ricorso.
La critica segue queste fasi:
In primo luogo, vengono presentate le azioni di cui l’imputato deve rispondere secondo il Senato in merito all’accusa di aver ostacolato il corso della giustizia (comportamento criminale). Poi – e questo è già il sorprendente punto culminante dell’argomentazione del Senato – viene spiegato in che misura egli consideri la violazione elementare della legge come un sovvertimento del corso della giustizia. L’argomentazione della condanna penale viene saltata perché per renderla comprensibile ai non giuristi sarebbero necessarie spiegazioni complicate e lunghe, che alla fine non aggiungerebbero nulla di decisivo alla critica. Pertanto, la discussione sull’intento segue direttamente. La conclusione è un tentativo di spiegare come sia possibile un simile verdetto.
Il comportamento criminale
Il Tribunale regionale di Erfurt, nella sentenza del 23 agosto 2023 (1), aveva affermato che l’accusa di aver ostacolato il corso della giustizia non derivava dall’assunzione di una propria giurisdizione, né da una violazione del diritto di essere interpellati, non avendo interpellato i bambini e i genitori prima della decisione o dalla produzione di perizie prima di concedere interpellare le altre parti. Non deriva nemmeno da una violazione del piano giurisdizionale per aver incluso nella decisione bambini per i quali il giudice Dettmar non era responsabile. Tutte queste accuse da parte dell’accusa non sono violazioni elementari della legge ai sensi del § 339 StGB (sentenza, pag. 124 e segg.).
Tuttavia, l’imputato si era reso colpevole di aver ostacolato il corso della giustizia “trascurando la neutralità giudiziaria per motivi estranei” e conducendo il procedimento “proprio secondo i suoi pregiudizi e preconcetti” (sentenza, p. 125). La perversione della giustizia sarebbe consistita nel fatto che il giudice Dettmar avrebbe condotto il procedimento, per così dire, “secondo i propri pregiudizi”. I comportamenti attribuiti all’imputato, come la selezione dei periti, non costituiscono in sé l’accusa di perversione del corso della giustizia, secondo la concezione della Corte regionale, ma ne dimostrano la parzialità.
Sul sito web della KRiStA (2), è già stato spiegato in dettaglio che, in caso di parzialità, solo l’omissione dell’autodenuncia ai sensi del § 6 FamFG in combinato disposto con il § 48 ZPO può essere considerata un’accusa, perché l’autodenuncia, la cui giustificazione deve essere decisa da un altro giudice, è il dovere di agire che nasce per un giudice dalla preoccupazione della propria parzialità. D’altra parte, non esiste un diritto di auto-rifiuto con il quale egli possa “togliersi” dal procedimento.
La mancanza di neutralità (3) e la parzialità possono, ovviamente, essere anche la causa di concrete violazioni procedurali. Tuttavia, se un giudice non viola alcuna norma procedurale o di diritto sostanziale, la mancanza di neutralità non può mai giustificare un’accusa di perversione del corso della giustizia. In definitiva, contano solo le violazioni legali concrete, perché il diritto penale sanziona solo il comportamento esteriore e non le inclinazioni interiori. Un’azione lecita, compiuta secondo un’inclinazione personale “sbagliata”, rimane lecita.
Il Senato non si offende per la strana descrizione dell’atto criminale da parte del Tribunale regionale. Sorprendentemente, il dovere di autodenuncia in caso di preoccupazione di parzialità non è menzionato nemmeno una volta nell’intera sentenza (4). Al contrario, si legge che il Tribunale regionale “senza errori giuridici ha ritenuto che l’imputato, in consapevole disprezzo delle norme procedurali – in parte occultate, fin dall’inizio intenzionalmente e per interesse – abbia avviato un procedimento di tutela dei minori presso il tribunale della famiglia, lo abbia condotto con parzialità e, emettendo un’ingiunzione temporanea, abbia dato attuazione alla sua opinione preconcetta fin dall’inizio attraverso la funzione assegnatagli, soddisfacendo così oggettivamente e soggettivamente gli elementi del § 339 StGB” (par. 36) (5). Tuttavia, nel verdetto del Senato, le (presunte) violazioni procedurali hanno un significato indipendente, l’accusa di non aver rispettato il requisito della neutralità giudiziaria si aggiunge o comprende tutto, come verrà spiegato più in dettaglio.
Non rimane nulla dell’accusa di violazione del diritto
Il Senato ravvisa tre violazioni delle norme procedurali nel procedimento condotto dal giudice Dettmar:
(1) In primo luogo afferma che la Camera Penale ha correttamente ritenuto che l’imputato avesse già violato le norme procedurali in modo elementare al momento dell’avvio del procedimento (par. 37), adoperandosi per un procedimento corrispondente nell’ambito della sua giurisdizione nonostante la sua parzialità. Tuttavia, ammette poi che i procedimenti di tutela dei minori ai sensi del § 1666 BGB sono sempre avviati d’ufficio e che l’imputato era quindi autorizzato ad avviare il procedimento in prima persona se vi erano sufficienti indizi di pericolo per il benessere di un minore (par. 41). Il Senato afferma inoltre che la proposta di procedimento ai sensi del § 1666 BGB può anche essere messa per iscritto dal giudice responsabile e che le parti coinvolte possono essere sostenute anche in termini di contenuto (par. 41). Dal punto di vista del Senato, quindi, il giudice Dettmar non solo era autorizzato ad avviare il procedimento, ma non era nemmeno criticabile il fatto che avesse esaminato una bozza della proposta scritta dei genitori per i due bambini e avesse apportato delle correzioni prima che fosse presentata al tribunale. Si potrebbe pensare che non rimanga nulla dell’accusa di una violazione elementare della legge nell’avvio del procedimento, che è di importanza centrale nel verdetto della Corte regionale. Quasi nulla, perché il Senato ha ancora qualcosa da criticare: afferma che il giudice Dettmar avrebbe dovuto annotare nel fascicolo l’assistenza nella presentazione della domanda e la propria opinione preconcetta (par. 41)…. Quest’accusa sembra quasi curiosa nel contesto di un procedimento per frode alla giustizia. In nessuna parte della legge è esplicitamente disciplinato quando un giudice deve redigere una nota sul fascicolo e quando no (6). Ad esempio, l’annotazione di una telefonata – forse l’occasione più frequente per le annotazioni sul fascicolo – viene gestita in modo diverso da caso a caso. Ciò sarà necessario soprattutto se si è discusso di qualcosa di sostanziale con una parte del procedimento e se si teme che un’altra parte del procedimento possa avere pregiudizi se il contenuto non viene documentato nel fascicolo. In questo caso, tuttavia, il Senato stesso ha dichiarato che l’assistenza nella presentazione della domanda era giuridicamente priva di problemi. Certo, il giudice Dettmar avrebbe potuto annotarlo, ma non si capisce perché la conoscenza di questo processo possa essere così importante per le altre parti che, omettendola, si violerebbero “principi fondamentali della procedura in materia di minori”, come sostiene fermamente il Senato (par. 41). E l'”opinione preconcetta” del giudice Dettmar era già stata resa chiara alle altre parti con l’avvio del procedimento. Non c’è alcun motivo per cui un giudice del tribunale della famiglia debba annotare in una nota del fascicolo, all’atto dell’avvio di un procedimento di protezione dei minori, che vede indizi di pericolo per il benessere di un bambino.
Pericolo per il benessere dei bambini attraverso l’obbligo della maschera a scuola
(2) La seconda violazione procedurale sarebbe da ricercare nella scelta dei tre periti Prof. Kämmerer, Prof. Kappstein e Prof. Kuhbandner. Sembrava difficilmente ipotizzabile che il Senato non riconoscesse l’assurdità dell’argomentazione della Corte regionale che, in ultima analisi, aveva affermato che, sebbene le tre perizie non fossero in alcun modo criticabili dal punto di vista del contenuto, l’imputato non avrebbe comunque dovuto scegliere questi esperti perché – come lui – erano critici nei confronti di queste misure.
Il Senato fa riferimento (par. 43) ai criteri di selezione dei periti nei procedimenti giudiziari, come l’orientamento, la competenza professionale e, nel caso in cui più periti abbiano pari competenze, la selezione secondo una doverosa discrezionalità, in cui non dovrebbero giocare motivi estranei, per poi sostenere che l’imputato ha preso una decisione che non soddisfa questi standard perché ha selezionato i periti “orientati al risultato e secondo la misura della loro convinzione scientifica conforme alla sua opinione preconcetta” (par. 44). La selezione degli esperti è stata effettivamente “orientata al risultato” nella misura in cui il giudice Dettmar sperava di ottenere opinioni di esperti scientificamente convincenti sulle questioni poste, mentre riteneva che ciò fosse meno probabile con altri possibili esperti. Tuttavia, ogni giudice è virtualmente obbligato a tale “orientamento al risultato”, che non è altro che l’orientamento alla competenza professionale. Un’accusa potrebbe essere mossa al giudice Dettmar solo se avesse ipotizzato che gli esperti avrebbero fornito perizie “false”. Ma questo è assurdo e non è stato affermato nemmeno dal Senato.
(3) La terza accusa è che il convenuto ha commesso significative violazioni del diritto di essere interpellati, non avendo ascoltato, prima della decisione, né i bambini interessati dal provvedimento né i genitori. Un motivo ai sensi del § 159 para. 3 FamFG, § 160 para. 3 FamFG per rinunciare alle udienze prima della decisione – in questo caso verrebbe preso in considerazione solo il pericolo di ritardo – non esisteva. (par. 44 f.)
Sembra corretto che il giudice Dettmar avrebbe dovuto ascoltare personalmente almeno i due bambini i cui genitori hanno proposto il procedimento e i loro genitori prima della decisione, perché in realtà c’era abbastanza tempo per farlo dall’inizio del procedimento e quindi non c’era alcun pericolo di ritardo. Ma anche la Corte regionale ha negato che si trattasse di una violazione procedurale di peso sufficiente per un’accusa di perversione del corso della giustizia (sentenza, p. 125).
Se si rinuncia all’udienza prescritta prima della decisione a causa del pericolo di un ritardo, questa deve essere recuperata immediatamente (§ 159 comma 3 frase 2 e § 160 comma 4 FamFG). Se poi emerge un quadro diverso, la decisione può e deve essere corretta d’ufficio (§ 54 comma 1 FamFG). Se l’omissione dell’udienza preliminare è considerata una violazione elementare del diritto ai sensi del § 339 StGB, si dovrebbe anche dire qualcosa – dato che le conseguenze di una violazione del diritto devono essere considerate nella valutazione (7) – se l’udienza avrebbe cambiato qualcosa nella decisione. Non si tratta di una supposizione: Sulla base delle perizie, il giudice Dettmar era giunto alla conclusione che l’obbligo della mascherina a scuola metteva a repentaglio il benessere dei bambini interessati, per cui per lui non era decisivo il sentimento soggettivo individuale dei bambini, che avrebbe potuto essere espresso da loro o dai loro genitori durante le udienze (8)….. Si suppone che un’ulteriore violazione del diritto di essere ascoltati risieda nel fatto che le parti non hanno ricevuto le perizie prima della decisione e non hanno potuto commentarle. Tuttavia, ciò non può supportare l’accusa di aver ostacolato il corso della giustizia, poiché nella procedura di ingiunzione temporanea determinata dall’urgenza, non è assolutamente necessario garantire a tutte le parti il diritto di essere ascoltate su tutti i fatti considerati dal tribunale prima della prima decisione. Su richiesta delle parti, ai sensi del § 54 comma 2 FamFG, si sarebbe dovuta tenere un’udienza orale e si sarebbe dovuta prendere una nuova decisione sulla base di quest’ultima. In questo contesto, sarebbe stato concesso il diritto di essere ascoltati sulle perizie.
Non basta per un’accusa di intralcio al corso della giustizia
Il risultato finale:
Dal punto di vista del Senato, si contesta al giudice Dettmar di non aver annotato nel fascicolo di aver fornito assistenza nel suggerire il procedimento e di aver affermato il sospetto di pericolo per il benessere del minore, di aver commissionato perizie critiche nei confronti dei provvedimenti, anche se le perizie stesse – già per la mancanza di impegno nei loro confronti – non possono essere contestate nei contenuti, e infine di aver violato il diritto al contraddittorio perché non ha effettuato audizioni personali prima di emettere la decisione e non ha concesso alle parti il diritto di essere sentite sulle perizie.
Questo è tutto ciò che il Senato ha da imputargli in termini di violazioni procedurali concrete, e questo, anche se si dovessero considerare giustificate tutte e tre le accuse del Senato, non basta per un’accusa di perversione del corso della giustizia secondo i precedenti standard della giurisprudenza della Corte federale di giustizia. È necessaria un’accusa generale con la quale le violazioni procedurali e poi anche l’intero comportamento procedurale del giudice Dettmar possano essere caricati moralmente in modo così forte che qualcuno che non può esaminare in modo indipendente gli elementi di perversione del corso della giustizia abbia l’impressione che il giudice Dettmar abbia effettivamente fatto qualcosa di assolutamente imperdonabile per un giudice (9).
L’accusa principale è quella di violazione del requisito della neutralità giudiziaria. Le presunte violazioni procedurali vengono inquadrate come violazioni di questo requisito (paragrafo 48), poi si sottolinea la “straordinaria importanza” della neutralità dei giudici “per lo Stato di diritto e la fiducia dei cittadini nella sua esistenza” e si accusa l’imputato di aver “abusato della posizione di potere concessagli come giudice dalla Costituzione” (paragrafo 49). A questo punto, l’argomentazione si distacca dalle singole accuse concrete, l’intero comportamento dell’imputato viene – come nella motivazione del verdetto della Corte regionale – gettato nella cupa luce di una violazione del requisito della neutralità.
Per saperne di più: www.achgut.com
Note a piè di pagina:
- La sentenza non è pubblicata nella banca dati giuridica juris, ma è stata caricata sul sito web dell’avvocato difensore del giudice Dettmar.
- Guericke: Solo una debolezza della giustizia? Ancora una volta: La sentenza del tribunale regionale di Erfurt contro Christian Dettmar, sezione 3a.
- È già stato spiegato in dettaglio nella sezione 3d che non ci si può aspettare la neutralità da un giudice nei procedimenti di protezione dei minori, ma solo l’obiettività nella gestione della questione. Per ulteriori dettagli, si veda Hoven/Rostalski, Limits of Judicial Misconduct in Cases of Bias, NStZ 2024, pag. 65.
- Questa potrebbe non essere una coincidenza. Se il Senato dovesse considerare l’accusa come se il giudice Dettmar fosse obbligato ad autodenunciarsi e non l’avesse fatto, sorgerebbero difficoltà insormontabili per quanto riguarda l’intenzione: Si dovrebbe dimostrare che l’imputato era almeno consapevole (cioè, con un intento condizionato) che avrebbe potuto essere obbligato ad autodenunciarsi e ha deliberatamente accettato la violazione del dovere. Tuttavia, il Tribunale regionale non ha fatto alcuna constatazione in merito e non c’è alcuna indicazione che tali constatazioni possano essere fatte in caso di rinvio.
- Tutti i riferimenti ai paragrafi che seguono si riferiscono alla pubblicazione della sentenza sul sito web della Corte federale di giustizia o in juris (la numerazione dei paragrafi è identica). La sentenza è pubblicata anche su openJur.de (con una diversa numerazione dei paragrafi).
- Il Senato stesso scrive che le disposizioni relative alle procedure in FamFG lo presuppongono implicitamente (par. 41).
- I dettagli in merito seguiranno immediatamente.
- Nella prassi dei tribunali familiari, non è raro che vengano emesse ordinanze provvisorie (spesso su suggerimento degli uffici per l’assistenza ai minori) senza audizioni preliminari delle parti coinvolte, con udienze condotte in un secondo momento. Se i pubblici ministeri dovessero richiedere i fascicoli dei tribunali familiari in tutti questi casi per verificare se vi sia effettivamente un pericolo imminente o se l’ordine avrebbe potuto attendere qualche giorno per essere condotto in udienza, probabilmente incontrerebbero la totale incomprensione dei giudici familiari.
- Anche i giuristi possono essere vittime di questo suggerimento: L’avvocato e giornalista Tanja Podolski, in un articolo insolitamente emotivo su LTO del 21 novembre 2024, si è detta “senza parole” nei confronti dei giuristi che non ritengono corretta la decisione del BGH. Ha sostenuto che è responsabilità di ogni giurista – esclusi gli avvocati difensori del giudice Dettmar – sostenere questa sentenza. In questo modo, ha anche attaccato professori rinomati come Volker Boehme-Neßler, Elisa Hoven e Frauke Rostalski. Le critiche alla sentenza contro il giudice Dettmar mettono in discussione la sua immagine, il lavoro dei suoi colleghi all’LTO e lo Stato di diritto.
- Sentenze del BGH citate: 13 maggio 2015 (3 StR 498/14), 21 gennaio 2021 (4 StR 83/20), 18 agosto 2021 (5 StR 39/21), 14 settembre 2017 (4 StR 274/16), 15 agosto 2018 (2 StR 474/17), 29 novembre 2022 (4 StR 149/22), 18 aprile 2024 (6 StR 386/23).
- Un’affermazione non supportata da prove in tutta la sentenza!
- Per evitare equivoci: Naturalmente, il BGH non è “vincolato” dalla propria giurisprudenza. Può abbandonare la giurisprudenza consolidata su una questione specifica, ma deve farlo esplicitamente e fornire una motivazione. Ciò non è avvenuto in questo caso. Il Senato non mette in discussione la natura vincolante della giurisprudenza consolidata, ma rivendica immediatamente un’eccezione che non esiste finché questa giurisprudenza rimane valida.
- Due suggerimenti in proposito: Per quanto riguarda la causalità del danno, il Senato si discosta dalla giurisprudenza consolidata del BGH che richiede il pericolo specifico di una decisione finale errata a causa di violazioni procedurali per il successo della responsabilità penale, quando considera sufficiente qualsiasi deterioramento delle situazioni procedurali (paragrafi 33 e 52). Ciò è in linea con le opinioni di alcuni giuristi (ad esempio, LK-Hilgendorf StGB §339 par. 87; Matt/Renzikowski/Sinner StGB §339 par. 27), che in precedenza contraddicevano la giurisprudenza del BGH. Tuttavia, anche sulla base di questo punto di vista, il Senato commette un errore quando afferma che l’emissione di un’ordinanza provvisoria ha peggiorato la situazione procedurale della Turingia, alla quale ha posto rimedio solo la decisione d’appello dell’OLG (paragrafo 52). Le ordinanze cautelari sono decisioni definitive; pertanto, stabilire se costituiscono un danno illegale dipende dalla loro correttezza, questione che rimane senza risposta da parte del Senato.
- Le eccezioni esistono, ma sono rare e si contano quasi sulle dita di una mano quando si riflettono in decisioni pubblicate.
- La pratica di sostituire la raccolta delle prove citando autorità presumibilmente indipendenti persiste: Attualmente nei processi per lesioni da vaccino i tribunali evitano la raccolta di prove sul rapporto rischio/beneficio del vaccino COVID-19, citando l’approvazione dell’EMA come prova di rapporti positivi (si veda Stöbe: A Hurdle Race Against Walls-Civil Liability for COVID-19 Vaccine Injuries).
- Si veda Guericke: Solo una debolezza della giustizia? Ancora una volta: The Judgment of Erfurt Regional Court Against Christian Dettmar, Section 3c-PersonalOpinions as Grounds for Bias.
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