Pfizer citata in giudizio per il rischio nascosto di tumore al cervello

Pfizer citata in giudizio per il rischio nascosto di tumore al cervello- 2

Il gigante farmaceutico Pfizer è stato citato in giudizio da 1.300 donne per il suo farmaco contraccettivo Depo-Provera, in quanto è stato rivelato un rischio nascosto di tumore al cervello.

In quella che sembra un’escalation di responsabilità per la sconsideratezza di Big Pharma, oltre 1.300 donne americane hanno intentato una massiccia causa multidistrettuale contro Pfizer, accusando la società di aver nascosto un legame letale tra il suo contraccettivo iniettabile Depo-Provera e i tumori cerebrali aggressivi. Al via questa settimana in un tribunale federale della Florida, le querelanti – molte delle quali segnate da interventi chirurgici, perdita della vista e disabilità a vita – chiedono giustizia per un farmaco venduto per decenni senza adeguate avvertenze. Pfizer, già nota per i suoi scandali legati al profitto, ora deve affrontare le accuse di aver insabbiato le segnalazioni scientifiche risalenti agli anni ’80, privilegiando le vendite rispetto alla sicurezza e lasciando che innumerevoli donne subissero le conseguenze del medrossiprogesterone acetato (MPA), l’ormone che alimenta la potenza tumorale del Depo-Provera.

Il cuore del caso è la presunta omissione da parte di Pfizer di divulgare il rischio vertiginoso di meningiomi – tumori benigni che, nonostante l’etichetta “non cancerosi”, causano scompiglio comprimendo il tessuto cerebrale e richiedendo interventi invasivi. Queste escrescenze, che colpiscono in modo sproporzionato le donne a causa della sensibilità ormonale, possono provocare convulsioni, paralisi, cecità e sordità. L’avvocato Ellen Relkin, che rappresenta i querelanti, ha spiegato con chiarezza le parole a Newsweek.com: “I meningiomi, nella maggior parte dei casi, sono ‘benigni’ solo nel senso che non danno metastasi ad altri organi. Ma si trova nel cervello e può crescere. Il cervello controlla la vista, le capacità cognitive e l’udito. I clienti hanno perso la vista, alcuni sono diventati ciechi, altri hanno perso l’udito”. Le storie delle sue clienti dipingono un quadro grottesco: donne accecate da un occhio, sordomute da un giorno all’altro o cognitivamente distrutte, tutte dopo aver fatto affidamento sul Depo-Provera per la contraccezione o per alleviare l’endometriosi.

Gli studi confermano il legame

Le prove contro Pfizer si stanno accumulando, e affondano le radici in studi sottoposti a revisione paritaria che l’azienda avrebbe ignorato. Un’importante analisi francese caso-controllo pubblicata sul British Medical Journal (marzo 2024) ha esaminato 18.061 donne sottoposte a intervento chirurgico per meningioma rispetto a 90.305 controlli e ha rilevato che l’uso prolungato di Depo-Provera (>12 mesi) ha aumentato le probabilità di meningioma di 5,62 volte (95% CI: 2,19-14,42), un rischio ben superiore a quello dei contraccettivi quotidiani o delle terapie ormonali come i sistemi intrauterini al levonorgestrel.

A conferma di ciò, uno studio di coorte statunitense pubblicato come preprint nel 2025 ha analizzato le nuove utilizzatrici di MPA ed etinilestradiolo-levonorgestrel dal 2006 al 2020 in un ampio database di richieste di indennizzo e ha riportato che le utilizzatrici di Depo-Provera hanno affrontato un’incidenza di meningioma 3,55 volte superiore rispetto a quelle di pillole orali combinate per esposizioni superiori a un anno (95% CI: 1,85-6,55).

Non si tratta di risultati marginali: uno studio pubblicato su JAMA Neurology (settembre 2025) ha confermato il modello in oltre 10 milioni di donne statunitensi, collegando le iniezioni di MPA depot a un aumento di 2,43 volte (95% CI: 1,77-3,33) dopo l’aggiustamento per le comorbidità, sebbene il rischio elevato sia stato osservato principalmente con più di 4 anni di esposizione o con l’inizio dopo i 31 anni.

Eppure Pfizer, con i suoi archivi di dati interni, avrebbe conservato “prove scientifiche significative” di questi danni fin dagli anni ’80, secondo gli avvocati dei querelanti.

La FDA ha dato il via libera al Depo-Provera nel 1992, dopo i precedenti rifiuti per timori di cancro, ma le etichette avvertivano in modo vago solo della perdita di tessuto osseo dovuta a un uso prolungato, e nulla sui tumori al cervello. In tutto il mondo, oltre 75 milioni di donne dipendono ogni anno da questa iniezione, soprattutto nelle aree con scarse risorse e dove le alternative sono scarse, amplificando l’indignazione etica.

Questa causa potrebbe significare da 100.000 a 1 milione di dollari per vittima, considerando gli interventi chirurgici e la perdita di mezzi di sostentamento: è un’altra resa dei conti per il modello di inganno di Pfizer, dal Vioxx agli oppioidi. Come avverte Relkin, “queste donne si sono fidate di un sistema che le ha deluse”. Con le indagini in corso e le difese di Pfizer contro la prelazione che si stanno sgretolando, l’aula del tribunale della Florida potrebbe costringere a una revisione dell’etichetta o, peggio, a un richiamo. Per le persone colpite, però, la giustizia arriverà troppo tardi, con il cervello alterato per sempre da un’iniezione “sicura” che non lo era.

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